Diventare più consapevole. Intervista al M° Enrico Pieranunzi
E’ uscito lo scorso settembre il suo nuovo album “Time’s Passage”. In pochi mesi ha collezionato più di 15 milioni di streaming Spotify con una media di 400.000 ascoltatori mensili. Un successo significativo che rappresenta un po’ un riscatto per la musica Jazz soprattutto in un periodo storico che lascia spazio alla musica di ribellione, come il rap, il Trap e altro.
Sono felice di questa attenzione su una piattaforma cosí diffusa. Continuo a credere profondamente nelle potenzialitá espressive e comunicative del jazz, una musica che contiene tante altre musiche e che lascia a chi la pratica e a chi l’ascolta la piú bella delle libertá: quella della fantasia e dell’immaginazione. Che sono, in effetti, di questi tempi, una bellissima forma di ribellione
L’album si contraddistingue per originalità di suoni e per la voce dell’artista Simona Severini. Come nasce questa collaborazione?
Intanto grazie per aver sottolineato l’originalitá di suoni del mio CD! Quanto a Simona, fu un caro amico noto giornalista e critico musicale a segnalarmi molti anni fa il suo primo CD. Lo ascoltai e ne rimasi molto colpito. Da allora (sono passati otto anni) non perdo occasione di coinvolgerla nei miei progetti. Talenti naturali come quello di Simona Severini ce ne sono pochissimi in giro. Questo Cd è un’ulteriore conferma delle sue grandi doti.
Il titolo dell’album,“Time’s Passage”, sembra racchiudere il senso di una trasformazione, di un cambiamento, di un passaggio, appunto.
E’proprio cosí. Ho deciso di dare questo titolo al mio lavoro perché il CD è stato concepito e realizzato nei mesi a cavallo del mio settantesimo compleanno. Ma “Time’s passage” in senso piú generale allude alla difficoltá di comprendere fino in fondo il mistero di tutti i passaggi nei quali “Mr. Time” continuamente ci coinvolge.
Nel suo ultimo brano, del quale è in rete anche un video, “Vacation from the blues”, anche qui si fa riferimento ad un senso di evasione, quasi di un bisogno naturale.
“Vacation from the blues” è un brano molto ironico che invita all’ottimismo, alla voglia di vivere, a scrollarsi di dosso ogni malinconia (blues vuol dire in effetti proprio malinconia). Un invito a non immergersi in pensieri troppo tristi e negativi o, quantomeno, a non farlo troppo spesso. Credo che soprattutto di questi tempi un brano cosí possa avere un significato simbolicamente importante.
È’ nato a Roma ma ha girato il mondo. Quanto c’è di Italia nella sua musica?
Moltissimo, anche se non me ne rendo conto consciamente. Sará il senso della melodia o il modo di armonizzare o anche l’atmosfera narrativa dei miei brani…Francamente non saprei, forse è un mix di tutto questo. Fatto sta che quando suono in giro per il mondo questa italianitá viene subito notata, e anche amata devo dire. Evidentemente queste fortissime radici culturali, psicologiche, emotive vengono fuori prepotentemente, al di lá delle mie stesse intenzioni.
La prestigiosa rivista americana “Down Beat” ha incluso il suo CD “Live in Paris”tra i migliori CD del decennio 2000/2010. Sta per concludersi un altro decennio 2010/2020, qual è l’obiettivo, il bilancio.
Il bilancio mi sembra decisamente in attivo, sia dal punto di vista quantitativo – CD pubblicati, progetti realizzati – che qualitativo (spero). Alla fine del decennio 2010/2020 credo di essere un musicista migliore di quando il decennio ha avuto inizio, soprattutto piú consapevole della grande attenzione ed umiltá che la musica richiede. L’obiettivo? Diventare…ancora piú consapevole, circostanze permettendo naturalmente.
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